La Guardia di Finanza e l’8 Settembre • di Pierpaolo Meccariello
25 Apr 2020 - Inquadramento storico

Gli avvenimenti del settembre 1943 hanno dato origine, nei trascorsi sessant’anni, ad una produzione storiografica e letteraria tanto vasta da poter essere considerata un “genere” dotato di una propria identità.
Ciò malgrado, l’analisi storica non è riuscita ad aver ragione, almeno a livello di percezione generale, di uno stereotipo sintetizzato nel titolo di un film di successo, “Tutti a casa”, che, oltre a semplificare una realtà complessa, esentando dall’onere di studiarla, consente di diluire gravissime colpe individuali in una responsabilità collettiva tanto diffusa da costituire ottima premessa per una sanatoria totale.
Così, soltanto in tempi recenti si è avuto modo di ricordare che ad una macroscopica carenza di comando politico e militare corrisposero comportamenti individuali molto differenti, buona parte dei quali ben lontani dallo stereotipo di cui si è detto.
In realtà, nell’arco di venti giorni, le forze armate italiane contarono circa ventimila caduti in combattimento contro i Tedeschi o per rappresaglia, non avendo voluto cedere le armi, e nei mesi successivi, centinaia di migliaia di militari continuarono a combattere nelle formazioni partigiane o in quelle regolari, o resistendo ad una durissima prigionia.
Tra coloro che non se ne andarono a casa, pochi ricordano i militari delle forze di polizia, i quali rimasero ai loro posti, nel marasma generale, avendo come unico punto di riferimento il dovere di tutela della collettività.
Questo studio ha lo scopo di rievocare la vicenda vissuta, nei giorni dell’armistizio, dalla Guardia di finanza, vicenda relativamente poco nota , che presenta aspetti singolari, soprattutto per la “tenuta” dell’organismo, nel momento del collasso dell’apparato statale.
Mio padre Egeo Marchi di Sardara (Ca) fu uno di quei Guardia di Finanza che venne deportato in Germania.Lui si trovava a Novel Alta Savoia Francese il 09.set.1943 mentre cercava di mettersi in salvo in Svizzera con altri finanzieri e alpini vennero catturati e deportati
In Germania prima a Forbach,poi venne trasferito nei campi di concentramento di Volklingen(Saar) M.Stammlager XII F.e immatricolato col n.01396.
Condotto ai lavori forzati in ferriera nello stesso paese.
Questo fino al dicembre dell’anno 1944 venne
poi trasferito a Kroizenach fino alla Sua liberazione avvenuta il 18.03.1945.
Babbo è morto il 03.03.1982. Senza che gli sia stato riconosciuta una pur minima riparazione per la sofferenza che ha patito.
Buonasera. Inserirò la scheda in questi giorni. Era nato il 31/08/1916, vero?
Aggiungo che ha diritto alla Medaglia d’Onore e che saremo lieti di aiutarla nella richiesta.